La cronaca di una manifestazione che aveva destato polemiche e che si è svolta invece con buona pace di tutti. Curia compresa Oltre la musica, il centrocittà che pulsa Ieri la prima delle tre serate di intrattenimento sotto il porticato del Broletto
In foto la performance Checco Mantero durane il concerto sotto il Broletto sul palco rialzato ricavato nell’allestimento dell’infospaziofoto Bernasconi
Non è solo questione di musica. Cin cin, Como. Cin cin a te. Se la città vuole rivivere, deve passare attraverso serate come quella di ieri. Stupendamente serena. Tre ore di intrattenimento musicale, nel cuore della città. Il cuore che più cuore non si può. Sotto il Broletto, accanto al Duomo, dentro (sotto, sopra, attraverso) l’allestimento metallico che sublima l’infospazio su Terragni. Iniziativa del Comune di Como che aveva fatto discutere. Discutere non vuol dire litigare. Discutere sì. Dunque? Bancone del bar sotto il Broletto, consolle da dj sul piano rialzato, gli strumenti del gruppo che avrebbe suonato dalle 21 alle 22, tavolini sulla piazza. Spazio Lounge, secondo chi aveva organizzato (Comonotte): cioè salotto. Un salotto che ha cominciato ad animarsi alle 19, con i primi aperitivi sorseggiati a ritmo di musica (appunto lounge). Come dire soft. Anche perchè diversamente non si poteva: il furgone che stava trasportando l’impianto, è stato bloccato da un incidente. Di qui, la corsa contro il tempo a sostituire il tutto. Poi, alle 21, ecco Checco Mantero e il suo gruppo. Bizzarro e sofisticato artista comasco, che qualche tempo fa si inventò il concerto muto: lui suonava dentro un cubo di vetro e chi voleva ascoltarlo doveva mettersi le cuffie. Stranezze da artista. Ieri sera ha suonato per un’oretta, mentre la piazza si affollava sempre più. E qui sta il punto. Non una folla potenzialmente fastidiosa da concerto o da discoteca, che qualcuno temeva. Folla di viandanti. Folla di gente che aveva prolungato lo shopping, che si apprestava ad andare a cena o a fare semplicemente la passeggiata in centro. Ieri, per il centro di Como, è stata una serata vivissima. Se provavi a chiudere gli occhi, e a immaginarti cos’erano le stesse vie solo qualche anno fa, a quell’ora, la differenza risultava palpabile. I commenti di chi si fermava curioso, erano sostanzialmente positivi: «Finalmente Como torna a vivere. Una città viva e animata è sempre più bella». Animata non vuol dire chiassosa, come sempre qualcuno (ridaje) forse temeva. C’è chi ha voluto andare più in là, tra i commenti ascoltati: «Questa è la Como che va oltre il tessile. La Como che vuole reagire, che vuole rinascere. E’ una cosa bella». Sembra uno spot. Forse è così. Eppure, a guardare il centro così ordinatamente affollato, veniva in mente una cosa: questa città ha dannatamente bisogno di ritrovarsi in piazza. Non lo fa mai. Ritrovarsi per essere comunità. Per tanti anni, decenni, non lo è stata. Ed è un peccato. Musica o non musica. A proposito, dopo le 22 Checco ha smesso d suonare. E ha cominciato Paolo dj. Note dance con ritmi sottilmente sudamericani. Come va di moda adesso nelle discoteche. A brindare anche l’artista pittore Fabrizio Musa, che stava festeggiando i suoi 33 anni: «Non vedo a chi possa dare fastidio una serata del genere», ha detto con bicchiere in mano. Facciamo la conta delle paure: nessuno schiamazzo, nessuna bottiglia usata in maniera impropria, nessun comportamento sopra le righe. Nessun problema. E la Curia? Pare che qualcuno degli organizzatori sia andato a trovare il segretario nel tardo pomeriggio. Chiarimento soft (anzi, lounge). Nessun problema. Tutto è bene quello che finisce bene. Meglio, comincia: per due sabati si replica (niente più concerto da vivo, solo dj). Ci vediamo là?
Nicola Nenci
«Vogliamo solo un sabato vivo»
«La manifestazione sarà sempre coerente con la piazza e non si capisce perché creare un minimo di animazione debba essere in conflitto con la vocazione religiosa della cattedrale. Voglio fare solo un esempio: a Milano in piazza del Duomo organizzano eventi del calibro del Festivalbar in tutta tranquillità. Non vedo quindi perché rinunciare a ravvivare il sabato sera in centro rivolgendosi soprattutto ai giovani». Con queste parole l’assessore a cultura e turismo di Palazzo Cernezzi Sergio Gaddidifende l’aperitivo in musica organizzato nell’«Infospazio» dedicato a Giuseppe Terragni sotto il Broletto. «Non stiamo parlando di una discoteca, ma semplicemente di un po’ di musica che precede i concerti dal vivo: l’iniziativa vuole essere un esperimento per un utilizzo polifunzionale dello spazio che abbiamo allestito al Broletto. È chiaro che se dopo la prima dovessero verificarsi dei problemi potremmo anche decidere di cambiare rotta, ma se non si prova non ci si può nemmeno lamentare». A questo punto già oggi verrà fatto il bilancio dell’impatto che la festa dal sapore un po’ newyorkese e un po’ da riviera romagnola ha avuto soprattutto sui residenti nella zona. Se non ci saranno controindicazioni nei prossimi giorni il programma prevede la replica dell’aperitivo in musica sabato prossimo, il 10 luglio, e quello successivo, ovvero il 17.
(gi.ro.)